Rolo è un tipico paese padano caratterizzato
da un centro storico con due lunghe file di portici che delineano
l'arteria principale, Corso Repubblica, dove, oltre la sede del
municipio, si trova anche la chiesa parrocchiale.
La fondazione della chiesa, intitolata a San Zenone, risale probabilmente
all'alto medioevo. La struttura muraria dell'edificio quasi certamente
venne rifatta per intero nel XV secolo; fu poi ampiamente rimaneggiata
tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento. Nel XIX secolo
vennero costruite, nelle navate laterali, le due cappelle semicircolari,
mentre nel 1912 la zona absidale fu riedificata a pianta poligonale
ed allargata. Oggi la chiesa presenta una bella facciata settecentesca,
suddivisa da lesene che sorreggono un ampio frontone triangolare.
L'interno, costituito da una navata centrale coperta da volte a
botte e da due navate laterali ribassate, presenta raffinate ancone
in scagliola policroma, eleganti stucchi e, nella controfacciata,
un affresco riferibile alla metà del XV secolo. Su alcuni punti
delle pareti rimangono tracce di antichi dipinti. La pala d'altare
della cappella maggiore, raffigurante San Zenone, fu commissionata
"al Sansovino a Bologna nel 1741", come annotava don Ippolito
Sironi.
Ai propositi di rinnovo della
chiesa nutriti da questo arciprete dobbiamo anche la costruzione
del battistero in marmo (1763), dell’altare maggiore (1757), pur
esso in marmo policromo, e dell’organo, eseguito nella bottega del
bolognese Giovanni Traeri nel 1753. Gli arredi lignei della chiesa,
fra cui i confessionali, il coro, i mobili della sagrestia ed il
pulpito, sono opere della fiorente ebanisteria locale, realizzate
in maggioranza nel Settecento. Fanno parte del patrimonio artistico
parrocchiale anche le tele di santa Caterina, della fine del XVI
secolo, e di santa Eulalia, lavoro dello scorcio del Cinquecento
in cui è evidenziato, in basso, lo stemma della famiglia Sessi,
signori di Rolo. A questi quadri va aggiunta una bellissima Madonna
col Bambino e san Giovannino, databile al Cinquecento.
Di fianco alla chiesa, circondata da un’area
a parco, si erge villa Resti Ferrari, dimora signorile abitata da
ultimo dall’omonima famiglia. Costruita presumibilmente nel Cinquecento,
è stata rimaneggiata nei secoli successivi. L’interno presenta vani
simmetrici rispetto all’androne centrale, caratterizzati da pregevoli
particolari decorativi classicheggianti, soffitti lignei ed affreschi.
Attualmente ospita la Scuola Materna Parrocchiale.
Il palazzo municipale, completamente ristrutturato in anni recenti,
pur non presentando ora caratteristiche particolari viene fatto
risalire al Cinquecento. Riunisce al suo interno alcuni pregevoli
esemplari di arredi intarsiati di manifattura rolese, esposti nella
sala consiliare e nel Museo della Tarsia posto al secondo piano
dell’edificio.
Adiacente al Municipio si
trova l’oratorio seicentesco di San Francesco Saverio: il paliotto
dell’altare maggiore è un’opera rara che rappresenta uno dei più
antichi manufatti usciti dalla scuola carpigiana di scagliola; attribuibile
alla prima maniera di Annibale Grifoni, è caratterizzato dalla finezza
dell’accostamento nel disegno, dalla buona imitazione dei marmi
e soprattutto dalla nitida presenza dell’ornamentazione ad intarsio
ed a graffito in bianco e nero che cerca di far trasparire pizzi
dai fondi colorati come da rasi di stoffa di autentici paliotti
mobili seicenteschi in tessuto e ricami.
La quinta prospettica di Corso Repubblica
è caratterizzata da bei palazzi, per lo più settecenteschi. Fra
i più interessanti segnaliamo casa Boccaletti, la cui facciata,
oltre ad essere connotata da un portico a cinque arcate (quella
centrale, più larga, incornicia l’ingresso principale), è anche
configurata dai marcapiani, dalle cornici architravate con davanzali
sorretti da mensoline, dal terrazzino centrale a dentelli. Su una
parete interna, in corrispondenza del ballatoio della scala settecentesca,
è stata murata una vecchia lastra di marmo rosa raffigurante lo
stemma del casato dei Sessi.
Ornano il
tetto, poi, due curiosi comignoli dell’inizio secolo, rifiniti
con profili e mitre in ferro.
La Scuola Materna Statale
ha sede in un edificio di proprietà comunale, sorto sulle fondamenta
dell’antico palazzo di abitazione signorile nel castello dei Sessi,
demolito nel 1949. Di esso rimangono solo le pareti del piano interrato
e una piccola lapide di terracotta del XVIII secolo.
Come già ricordato, l’Amministrazione locale ha adibito parte del
municipio a museo della tarsia, per dare una degna collocazione
al materiale raccolto: arredi, macchine e attrezzi di lavoro, disegni
originali, oltre un’ampia documentazione storica e fotografica che
si sta provvedendo ad archiviare su basi informatiche.
Lasciando l’abitato di Rolo in direzione
di Novi di Modena, appena superata la linea ferroviaria Mantova-Modena,
si imbocca a sinistra la strada comunale Cervelliera, che dopo circa
1,5 km incrocia il cavo Canalazzo. All’altezza del ponticello, a
sinistra, si intravede la prima vegetazione di una zona naturale
protetta con decreto regionale: “Alberi e Siepi della Coccapana-Canalazzo-Resega”.
Tale siepe, lunga circa 6 km, è formata da numerose specie autoctone,
rappresentative delle essenze presenti nei tratti boschivi che fino
al XVI secolo si estendevano in quest’area di confine fra Rolo e
Novi.